"BauForm" area di dibattito

BauForm
(Progettazione della forma)

Introduzione

"Dal “ villaggio globale ” di ieri alla “ città globale ” di oggi divisa da una periferia devastata da miseria, fame, guerre, contrapposta ad un centro in competizione tra nuova e vecchia economia. Questo è adesso il mondo: un’unica  grande città o, se si preferisce, due dimensioni urbane, centro e periferia, con i suoi abitanti   intercollegati  dalla rete telematica dove il tempo è lo spazio sono relativi. Prima la radio collegava il villaggio globale, oggi nella città globale opera il web. Una occasione per i produttori di forme percettive che ora possono abbattere le barriere che ieri rendevano difficile la comunicazione interattiva. Incoraggiato dal mezzo, oggi 16 luglio 2002  metto  in rete la  "BauForm", sperando che la  proposta venga recepita. Questo vuole essere un contributo alla realizzazione di quel progetto, ora in corso di compimento, che vede l’unificazione di ogni  forma di comunicazione sintetica (percettiva).  Senza porre limiti all'operare nella creatività, questo spazio tenta di essere così un punto di riferimento indefinito,  perchè  dinamico, e tende a mutare la superficialità in ragione compiuta anche con il contributo di ognuno inviando E-Mail con le proprie riflessioni, immagini,   testi, suoni, per un successivo inserimento nel   nostro,  che è anche il vostro, spazio web.

Maracalagonis 16 luglio 2002                                                                                                               Giosuè Marongiu"

bauform@bauform.it

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mercoledì 15 marzo 2006

ciao giosuè,

la telefonata di ieri e gli scritti che mi hai mandato mi hanno portata a scrivere di nuovo … cosa che volevo interrompere per qualche giorno !!

ma non ho resistito …

l'introduzione di bauform mi da' la possibilità di fare alcune considerazione sul tema della sintesi dei mezzi utilizzati, della multimedialità da un lato e della iperspecializzazione dall'altro.

per quanto mi riguarda nel seguire una mia propensione  soggettiva sarei portata all'analisi e  all'approfondimento di un percorso fino al limite della sua tenuta …

così con la pittura sono giunta alla linea  e al bianco e nero … posizione non definitiva ma sottoposta a oscillazioni.  per fortuna altrimenti rischierei l'immobilismo del punto finale.

d'altra parte mi rendo conto anche delle enormi potenzialità tecnologiche e di comunicazione che sovente utilizzo e indago …   comprendendone l'importanza ma cercando di non sopravvalutarla …

penso che maggiore è la pregnanza del mezzo utilizza to maggiore deve essere l'impegno nel fare in modo che questo non ci condizioni lasciando un marchio talmente caratteristico da nascondere quello umano.  la perfezione, la ripetizione , la routine  e precisione delle macchine esercitano un forte fascino ma allo stesso tempo denunciano il loro essere inanimato, il loro essere segmenti più o meno estesi di routines interiormente disarticolate, denunciano la loro mancanza di un'intelligenza diversa che sappia ponderare, che sia in grado di superare i mille meandri iperspecifici della realtà all'interno dei quali potrebbe perdersi (talvolta attivarsi) ogni progetto umano e pensiero.

allo stesso tempo il mezzo utilizzato correttamente (ma farlo non è così semplice come sembra) ci ha dato la possibilità di emanciparci da molte  barbarie e  schiavitù, ci ha stimolati a confronti con noi stessi più obiettivi, ci ha consentito maggiori conoscenze.

certo ancora  e sempre  ci si interroga  nel vedere i computers al servizio dello sfruttamento,  della guerra o anche solo dell'industria dell'intrattenimento disperato.   nel senso che a partire da determinati valori e da una certa  lettura del mondo   parte della società viene considerata spacciata, esclusa anche solo dalla speranza di una sua emancipazione, quasi di serie b, quindi tagliata fuori dalle materie prime anche intellettuali che una società produce (o dovrebbe produrre).  una parte della società già in passato molte volte abbandonata perché investita  da un pregiudizio di tipo ideologico, economico, politico che magari col tempo si rivela fittizio.

ci sono poi casi in cui ci si chiede davvero  se non sarebbe molto meglio che le persone fossero lasciate in pace piuttosto che stimolate con prodotti subculturali ad una sopravvivenza intellettuale che invece di denunciare i limiti oggettivi entro cui viviamo  distorce le persone.  così la precarietà economica  unita alla mistificazione salvifica del danaro fa sì che  prosperino lotterie e quant'altro, di questi ultimi tempi addirittura computerizzate.  lo stress, l'insicurezza , il deserto di rapporti sociali ancora alienati e la mancanza di esperienze socializzanti che escano dagli schemi economici o formalmente istituzionali fa sì che abbondino  oroscopi multimediali… utilizzati come mediazione ad un muro invisibile di impenetrabilità eretto tra le persone.   per non parlare di una condizione umana così precaria da costringere le persone a spostarsi per necessità in paesi lontanissimi e per anni dover/poter poi comunicare con figli, parenti amici solo attraverso apparecchiature estremamente sofisticate: videotelefoni, computer etc…

in questo senso, chi ha potuto vivere il sospetto con cui erano accolti solo alcuni decenni fa forme minime di socializzazione tra giovani (almeno in italia) non può fare a meno di avere un legittimo stupore verso lo stesso sistema economico che oggi sovente ne sbandiera i surrogati e ne incassa i proventi.

certo non ci fossero neppure queste tecnologie la condizione di molte persone sarebbe ancora peggiore … però non facciamoci neppure troppe illusioni.   l'estrema raffinatezza, perfezione   di queste tecnologie non trova sempre corrispondenza in ogni campo e anzi, cosa di per sé non così negativa, ne evidenzia  le contraddizioni .

così può succedere che dove si fanno discorsi autentici  proposti onestamente senza troppe mistificazioni  non ci sia neppure  un computer (anche per mancanza di mezzi)  e invece lo si trovi poi in ogni tabaccheria.

detto questo    per non precipitare nella disperazione  va ricordato anche il lavoro di chi, pur utilizzando gli strumenti a disposizione si misura con il possibile. cioè con ciò che oggettivamente è possibile fare in quel momento. quindi tra mille contraddizioni e difficoltà e all'interno del sistema economico è portatore di  posizioni moderate piuttosto che conservatrici  sottendendo  un discorso sinceramente proiettato al miglioramento della società.

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