LE "OPERE CINEPLASTICHE” METARAZIONALI
QUADRIDIMENSIONALI
L’architetto e
filosofo Gabriele Righetto, dell’Università di Padova nel mese di
ottobre 2003 teorizzava “Il pensiero cinetico-plastico”:
<<…Se il cinema ufficialmente nasce nel 1895 (nello stesso
anno della radio) vuol dire che la nostra specie vive a contatto con
il moto artificiale percettivo da oltre cento anni. Quando un evento
si manifesta con continuità per oltre tre generazioni (cioè oltre la
trasmissione orale), anzi si rafforza con ulteriori supporti come le
tecnologie televisive e le animazioni elettroniche, allora l’evento
cessa di essere evento e si configura come naturalità aggiunta,
ossia elemento che se cessasse darebbe al reale un carattere di
carenza e di impoverimento strutturale. Il moto artificiale
percettivo aggiunge un effetto illusorio ancor più potente, perché
ciò che appare viene trattato come ‘normale’. Di fatto è corretto
considerarla condizione ‘normale’ perché non appartiene più
all’eccezionale, ma alla quotidianità e agli elementi strutturali
del reale organizzato. Il carattere illusorio segnala invece la
correlazione reale = “normale”, anche se è un prodotto artificiale
che simula il reale. ...>>,
ed ancora:
<<…Il pensiero cinetico-plastico come
esperienza attiva Quando un evento diventa ‘normale’ ed ha una
grande diffusione, si pone il problema del rapporto attivo o del
rapporto passivizzante con un fenomeno costruito, l’evento si fa
linguaggio, con la doppia prospettiva del ‘comunicare ed essere
comunicati / parlare- essere parlati’ La condizione cambia se dal
solo uso del prodotto comunicativo si passa alla sua produzione. La
questione non si risolve soltanto con il ‘fare’ del movimento
percettivo, ma con l’attivazione di pensiero cinetico. Il pensiero
cinetico è una forma elaborata di pensiero plastico ossia di
capacità di elaborare almeno tridimensionalmente o ancor meglio
cronospazialmente. Esso pensa,
organizza, interpreta, valuta, modifica movimenti nello spazio, uno
spazio che è esso stesso percettivamente vissuto come potenziale
movimento. In esso tempo e spazio sono variabili correlate. Le forme
elementari di pensiero plastico riguardano operazioni del tipo: -
perlustrazione esterna di un oggetto (pensiero esoplastico) -
perlustrazione interna di un oggetto (pensiero endoplastico) -
perlustrazione dello spazio territoriale soprattutto per indagare
insediamenti e reti tecnologiche (pensiero plastico territoriale ) -
perlustrazione della struttura territoriale con la collocazione
delle ecotecnologie o tecnologie a supporto della sostenibilità
(pensiero ecoplastico) Il pensiero cinetico, in maniera specifica,
si esprime in prevalenza mediante: - moti lungo percorsi -
immissione di spostamenti spaziali - scorrimenti - elevazioni -
dislocazioni - scomposizioni - rotazioni - accostamenti -
compenetrazioni - ecc. Esso può essere un buono strumento per
produrre icone dei rapporti spaziali che abbiano caratteristiche di
percorrenza attraverso spazialità nel tempo.
…>>.
Nella mia più recente produzione artistica di
“Opere
Cineplastiche”, lo stretto legame con le nuove tecnologie e la
scienza, mi ha permesso di indagare/realizzare ipotesi che solo
negli anni ’90, anni nei quali elaboravo i miei primi lavori di
computer-art ed animazioni-computerizzate, parevano utopistici. La
possibilità di entrare in contatto, manipolandola, con questa nuova
materia plastica, mi ha portato a scoprire dimensioni
sconosciute, facendomi aprire un passaggio “spazio/temporale” su di
una superficie “bidimensionale”. Questo passaggio in questa nuova
“dimensione parallela”, oltre che a essere ispezionabile
visivamente, è anche modificabile, interagendo, dallo spettatore.
Questo “passaggio”, per ora, rappresenta il punto di partenza,
attraverso il quale potersi catapultare negli ambiti più intimi
della
“Nuova realtà” della materia.
Giosuè Marongiu
Mracalagonis (CA) 08 aprile 2009